L'arresto cardiaco
BLSD è la sigla Basic Life Support - Defibrillation: è l'acronimo che definisce le manovre da compiere per intervenire in caso di Arresto Cardiaco.
L'arresto cardiaco improvviso, o Morte Cardiaca Improvvisa (MIC), è un evento che colpisce nel mondo occidentale centinaia di migliaia di persone ogni anno. Si può calcolare 1 arresto cardiaco improvviso per 1000 abitanti ogni anno: ciò significa in Italia (58 milioni di abitanti) un'incidenza di 60 mila casi ogni anno.
L’arresto cardiaco può colpire chiunque senza distinzione tra uomo o donna, tra giovane o anziano, tra magro o sovrappeso, sedentario, sportivo e addirittura atleta. Nella maggior parte dei casi si tratta di individui in età ancora giovane, spesso ignari dei fattori di rischio da cui sono affetti, dove l'arresto cardiaco è la prima manifestazione di patologie che possono essere curate efficacemente.
Anche il nostro territorio comasco rispetta tristemente queste statistiche con circa 600 morti all'anno per MIC. In caso di arresto cardiaco il tempo è fondamentale, perché questa patologia si manifesta in modo del tutto inaspettato, anche in persone apparentemente sane, e richiede un intervento di soccorso con defibrillatore estremamente rapido: entro 5 minuti.
Ad ogni minuto che passa, le possibilità di salvare il paziente si riducono del 7-10%. Ecco perché, purtroppo, l’arresto cardiaco è caratterizzato da un elevato tasso di mortalità.
E se accadesse proprio a noi, di essere lì, nei pressi dell’evento?
Intervenire con consapevolezza e competenza sono le basi per effettuare un corretto intervento di rianimazione.
Un grande contributo per migliorare la sopravvivenza e la qualità di vita del paziente colpito dalla MIC è dato dalla possibilità di mettere in atto quanto prima le misure salvavita e la rianimazione cardio-polmonare (BLS), associate all'impiego di defibrillatori semiautomatici (DAE) da parte di Soccorritori Laici di Primo Intervento adeguatamente formati.
La letteratura scientifica è univoca nell'identificazione delle regole fondamentali da seguire nella cura dell’arresto cardio-polmonare e le relative tempistiche di applicazione.
Numerosi studi hanno dimostrato l’importanza del primo soccorso nel ridurre mortalità o complicanze, purché tali procedure vengano attuate tempestivamente. I dati hanno dimostrato che queste persone, se soccorse prontamente ed in maniera adeguata, hanno buone probabilità di ripresa.
L'importante è riconoscere la situazione di emergenza.
Questo risulta essere un passaggio fondamentale in un disegno terapeutico che corrisponde ad una vera e propria catena: la catena della sopravvivenza.
Ogni anello di questo processo è essenziale per il successo della tappa seguente.
La difficoltà nella presa in carico di questo evento sta proprio nel fatto che i differenti elementi terapeutici devono essere eseguiti in maniera coordinata ed estremamente rapida.
Quello che si rivela essere ancora più delicato è che i primi anelli della catena devono spesso essere gestiti da personale Laico. Solo in un secondo tempo arriveranno i soccorsi professionali che assicureranno la presa in carico del paziente, attraverso la rianimazione avanzata e le cure intraospedaliere specialistiche.
Le statistiche ci dicono che se i primi 3 anelli non sono stati gestiti in maniera corretta, nessuna struttura sanitaria sarà in grado di recuperare il tempo perso nelle cruciali fasi iniziali, è solo quindi con gli sforzi congiunti tra la comunità sanitaria e la popolazione che riusciremo a garantire una risposta adeguata a questa terribile patologia che colpisce molto spesso senza alcun preavviso.
Chiamare il 112/118 e agire con manovre che sostituiscono le funzioni vitali interrotte ( BLS -ovvero supporto di base delle funzioni vitali); e se è disponibile un defibrillatore, ripristinare il ritmo cardiaco regolare con la defibrillazione, attuata dalle persone già presenti sul posto in attesa dell'arrivo dei mezzi di soccorso.
L’intervento del 112/118 potrebbe infatti non essere sufficientemente rapido; l'efficacia dell'intervento di soccorso è determinata, oltre che da altri fattori, anche dalla rapidità di raggiungimento del luogo da parte dei servizi di pronto intervento. Le variabili che possono influire su questo fattore possono essere molteplici: come ad esempio la qualità e la precisione delle informazioni date alla centrale di allarme, l'intensità del traffico stradale, le condizioni meteorologiche, la distanza da percorrere e le condizioni di viabilità.
L’arresto del cuore necessita di un intervento immediato da parte di coloro che sono presenti, al fine di garantire un minimo di perfusione sanguigna al muscolo cardiaco e al cervello.
Se il cuore ed i polmoni si fermano cessa il rifornimento di sangue e ossigeno a tutto il corpo, ma ad essere danneggiato è soprattutto il cervello, capace di resistere solo circa 5- 6 minuti. Chi presta soccorso deve pertanto saper effettuare tempestivamente il BLSD, praticando le manovre di rianimazione cardio-polmonare di base e utilizzando il defibrillatore.
Il corso ha lo scopo di trasmettere agli allievi un metodo che consenta di riconoscere e di gestire il soccorso in caso di arresto cardiaco e di supportare le funzioni vitali (respiro e circolo) anche attraverso l’uso del Defibrillatore semiautomatico (DAE) fino al momento dell’arrivo del 112/118. (per saperne di più sui corsi clicca qui)
Tutti possono imparare come intervenire in caso di arresto cardiaco: il progetto BLSD si propone di diffondere le manovre di BLS e Defibrillazione precoce alla popolazione italiana, nel rispetto della normativa in vigore.